Weah dal sogno all’incubo: spariti 88 milioni dal bilancio dello stato

La vita del politico, anzi dello statista, è assai più difficile di quella del centravanti. Nelle ore in cui un suo gol è tornato a venire proiettato in tv, quello storico al Verona dopo una cavalcata di oltre 80 metri, dopo la prodezza simile di Gervinho, beffardamente George Weah sta vivendo le ore più difficili da quando, otto mesi fa, è stato eletto come Presidente della Repubblica della Liberia.

Lo scandalo dei soldi spariti, anzi della montagna di soldi, rischia infatti di travolgere il mandato dell’ex attaccante, che sta vedendo erodersi il credito di fiducia che gli aveva fatto vincere le elezioni.

In sostanza, non si sa più nulla di dove siano 16 miliardi di dollari liberiani, la moneta locale, al cambio quasi 88 milioni di euro, fatti stampare tra Svezia, Cina e Libano dalla banca del Paese africano. Il denaro è arrivato nella capitale Monrovia quasi un anno fa via mare ed è rimasto bloccato per mesi tra porto e aeroporto, per poi volatilizzarsi.

Inevitabile, è partito il rimpallo delle accuse: secondo gli uomini di Weah, che si dice all’oscuro di tutto, la colpa è tutta della gestione precedente perché il problema risalirebbe a novembre 2017, quando non si era ancora compiuto il passaggio di consegne tra l’ex presidente Ellen Johnson Sirleaf, che era alla guida del Paese dal 2005, e l’attuale capo dello stato.

I fatti, però, sembrano dare torto all’ex milanista, perché la pubblicazione locale Front Page Africa ha pubblicato documenti ufficiali che dimostrano come lo sdoganamento delle banconote sia avvenuto solo tra il febbraio e il marzo di quest’anno, quando Weah era già in carica.

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