Sembra un po’ la storia del Dida in “Eccezziunale veramente – Capitolo Secondo” di Abbatantuono. Sei brasiliano e vuoi fare il portiere? Ma va, i brasiliani fanno i gol, tu giochi di punta. Invece è la storia di Brazao ora all’Inter: una storia che è stata scritta negli ultimi mesi e che adesso è un rapporto ufficiale. Proprio così Brazao faceva l’attaccante e ora è ritenuto il portiere del futuro, non solo a livello brasiliano, ma addirittura come possibile numero uno del mondo. Il cognome Brazao può prestarsi a un affascinante gioco di parole: con un solo cambio di consonante, “brasao” vuol dire blasone, stemma. Gabriel Nascimento Resende Brazao (questo il suo nome completo) è nato il 5 ottobre 2000 a Uberlandia, città di 600.000 abitanti nello stato di Minas Gerais, più o meno a metà strada da Belo Horizonte e da Brasilia. Ha iniziato molto presto a giocare, nella scuola calcio del suo quartiere. Poi è andato a giocare nella squadra di Uberlandia di Futsal (il nostro calcio a 5). A 12 anni, nel 2012, il passaggio al calcio a 11. Gabriel però faceva l’attaccante. Alto 1,92, a 18 anni e pochi mesi Brazao è considerato pronto per il grande salto: il passaggio dall’attacco alla porta viene naturale. Parare i rigori è la sua specialità, con i piedi ci sa fare parecchio anche perché, appunto, ha fatto l’attaccante quando era ragazzo. Ai Mondiali Under 17 in india nel 2017 è stato votato miglior portiere della manifestazione.
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